Qualsiasi eccesso di acidi nell’organismo consuma Fosfato di sodio. Questo
sale, infatti, concorre in maniera sostanziale all’eliminazione degli acidi
organici. In particolare l’acido lattico, formatosi dalla glicolisi anaerobica in
corso di attività muscolare, come anche l’acido urico, vengono eliminati grazie
all’azione di questo minerale. Tale eliminazione, però, oltre a non avvenire
correttamente in caso di una sua carenza, può essere inefficace anche a causa
di un’alimentazione eccessivamente acidificante. In particolare saccarosio,
caffè, alcolici e proteine animali producono, tramite il loro metabolismo, grandi
quantità di acidi e rappresentano un’indicazione, se consumati in maniera
prevalente, all’assunzione di questo sale.
I sintomi dell’eccessiva acidità si possono manifestare a carico di qualsiasi
tessuto del corpo, poiché il principale bersaglio di questo squilibrio sono le
membrane cellulari. Vista però la funzione basilare svolta dall’alimentazione
nell’equilibrio acido-base dell’organismo, il primo apparato nel quale ricercare i
segni di una carenza di Fosfato di sodio è sicuramente quello gastroenterico. A
questo livello si manifestano gastrite e disturbi digestivi con iperacidità, rigurgito
acido, fermentazione acida con crampi, pirosi epigastrica come pure, a causa
della progressiva estensione dell’acidità all’intestino, distensione addominale,
flatulenza e diarrea acida con bruciore anale.
Altri importanti segni di una carenza di questo minerale sono il sudore irritante
e maleodorante, così come la formazione ed il deposito di calcoli di acido urico
nelle vie urinarie, in quelle biliari o nelle articolazioni.
Il Fosfato di sodio svolge anche una considerevole azione sul sistema nervoso.
Esso può essere, in effetti, considerato il rimedio delle cause psichiche di malattia
e porta giovamento a disagi quali irritabilità e collera, così come a depressioni
nervose, con ansia, fobie ed angosce.